Martedì 09 Maggio 2017, ore 20.30, Casa della Conoscenza, Spazio la Virgola
Via Porrettana 360, Casalecchio di Reno (BO)
Ci sono tantissimi modi in cui la mente ci avverte che non possiamo più continuare come abbiamo fatto finora. Dalla semplice noia fino a forme gravi di attacchi di panico, passando per mille altri sintomi come insonnia, ansia, depressione e disfunzioni sessuali, solo per citare i più noti, ma l’obiettivo rimane sempre lo stesso: apportare un cambiamento. Ma spesso non basta cambiare qualcosa che siamo ben disposti a fare ma cambiare qualcos’altro che non abbiamo considerato si possa fare, qualcosa che non riteniamo di saper fare o qualcosa che non vorremmo mai fare. I sintomi rappresentano quindi dei segnali o avvertimenti che è giunta l’ora di metter mano a cose che tendiamo a non affrontare.
Il cambiamento è intrinseco alla natura umana e più in generale alla vita stessa, al mondo e all’universo. Anche le cose che sembrano più statiche o immobili sono soggette al cambiamento, magari con tempi millenari come le montagne ma pur sempre in movimento. La nostra realtà esterna è in continuo movimento ed anche la nostra realtà interiore, fatta di bisogni, aspettative, desideri, emozioni è in perenne trasformazione.
Ma l’uomo è primariamente conservatore, abitudinario, ripetitivo a causa di un fondamentale bisogno di sicurezza, di senso, di controllo e di prevedibilità. Lo si evince osservando i bambini piccoli che prediligono vedere ripetutamente lo stesso cartone o il farsi raccontare la stessa favola instancabilmente.
Da questo incontro-scontro tra cambiamenti e bisogni di sicurezza nascono le resistenze al cambiamento, il cui attrito può generare tutta una serie di sintomi, che, se inascoltati o sottostimati, comportano una sofferenza aggiuntiva.
Dobbiamo riconoscere che spesso nel cambiamento ci sia una dose di sofferenza, basti pensare ad una perdita, un lutto, una malattia o una separazione, ma la sofferenza maggiore è data dalla non accettazione o dal mancato riallineamento con la mutata realtà, e tale sofferenza è superflua, gratuita, evitabile: dipende da noi.
Anche il pensiero stoico-romano ed alcune tradizioni orientali sono arrivati, prima della psicologia occidentale, alle stesse conclusioni.
Seneca dice che il destino guida chi lo segue e trascina chi recalcitra.
Il Taoismo sostiene che la sofferenza è maggiore quanto più non riusciamo a riallinearci ai mutamenti ciclici dell’esistenza.
Infine per il Buddhismo tutto è impermanente e la sofferenza nasce dall’attaccamento, dal desiderio e dalla repulsione.
Quindi il rimedio pressoché unanime consiste nell’accettare ciò che non può essere modificato e riallinearsi il più rapidamente possibile alla nostra mutata realtà esterna ed interiore.
Bibliografia
Achaan Sumedho “Lasciar andare il fuoco”. Astrolabio Ubaldini Edizioni, 1992.
Achaan Chah “I maestri della foresta”. Astrolabio Ubaldini Edizioni, 1989.
Paul Watzlawick et al. “Change: la formazione e la soluzione dei problemi”. Astrolabio, 1974.
Stan Woollams – Michael Brown “Analisi Transazionale”. Cittadella Editrice, 1990.
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